Bottiglie di PET per Plastiki: riciclo creativo

Ci sono voluti più di tre anni per raccogliere 12 mila bottiglie di plastica che consentono a Plastiki di solcare l’oceano. Si tratta di un impresa nella quale un catamarano di diciotto metri viene interamente costruito con materiali di recupero, dalla scocca alla vela, per incoraggiare il mondo a ripensare ai rifiuti come a una risorsa e promuovere una migliore comprensione del ciclo di vita dei materiali utilizzati nella nostra vita quotidiana.

La barca è stata battezzata Plastiki, in onore del “Kon-Tiki”, la zattera con cui l’esploratore norvegese Thor Heyerdahl “tagliò in due” il Pacifico nel 1947.

Base di partenza San Francisco con arrivo a Sydney dopo circa 9.000 miglia di navigazione. Durante la traversata il catamarano costeggia il Pacific Trash Vortex, un enorme accumulo di spazzatura galleggiante (soprattutto plastica) situato nell’Oceano Pacifico; formato a partire dagli anni cinquanta, a causa dell’azione della corrente oceanica North Pacific Subtropical Gyre, dotata di un particolare movimento a spirale in senso orario che permette ai rifiuti galleggianti di aggregarsi fra di loro; la sua estensione non è nota con precisione: le stime vanno da 700.000 km², fino a più di 15 milioni di km², pari a tre volte la superficie della penisola iberica.

All’ideatore e promotore dell’impresa David Rothschild, erede di uno dei più grandi colossi bancari europei, al quale è stato chiesto: ”Non era più semplice utilizzare del materiale rigenerato per ottenere lo scafo del catamarano?” La risposta è interessante:Volevo puntare l’attenzione dell’opinione pubblica esclusivamente sulle bottiglie – spiega David Rotschild – E proporne un riutilizzo che andasse di pari passo con una delle più gravi emergenze ambientali: le centinaia di migliaia di uccelli e mammiferi marini che, ogni anno, muoiono dopo aver ingerito la plastica che noi umani gettiamo via.

Il concetto di “ecologia”, dunque, in questo caso viene applicato in toto.

L’utilizzo delle bottiglie di PET per realizzare lo scafo di un’imbarcazione, che diversamente da quello che si potrebbe pensare non sono state fuse tra loro, ma semplicemente riempite di anidride carbonica (per essere più resistenti) e poi assemblate, è un modo per incoraggiare il mondo a ridurre, riutilizzare, riciclare e ripensare i rifiuti come una risorsa. Ogni parte dell’imbarcazione, è pensata in modo da ridurre gli sprechi energetici e di materiale. In Plastiki ogni elemento è riciclato. Dalle vele, realizzate con un tessuto ricavato dalla plastica, ai pannelli solari per la produzione di energia, garantita anche da una cyclette su cui si alterneranno a pedalare i sei membri dell’equipaggio. Per lo scafo Grey scopre un materiale prodotto in Europa, il polietilene tereftalato autorinforzato o srPet. È una variante rinforzata del Pet tradizionale, cioè quello comunemente usato proprio per le bottiglie di plastica. L’srPet è simile alla fibra di vetro, ma è fatto interamente di plastica.

«Non c’è contaminazione tra materiali», mi ha spiegato Grey, «e questo significa che è totalmente riciclabile». Attraverso un sistema di stampaggio a sacco sottovuoto e il calore si possono fondere insieme strati di srPet per poi legare questi gusci rigidi a nuclei più spessi di schiuma di Pet in modo da creare pannelli estremamente robusti ma leggeri. E tutto senza colla. Il procedimento vuoto e calore è comunemente usato per legare materiali compositi, come la fibra di vetro, a nuclei di polistirolo o legno in barche, auto e fusoliere di aeroplani, ma non era mai stato usato su scala così vasta con lo srPet. Il prodotto è così nuovo da avere avuto sinora poche applicazioni industriali. Perfino le pareti della cabina, il mobilio e gli accessori, la doccia e i letti vengono progettati con questo materiale.

Nei mesi scorsi, a seguito di una indagine effettuata dal Corepla (Consorzio che si occupa della raccolta e del riciclo degli imballaggi in plastica) secondo la quale era emerso che, in Italia, il riciclo di contenitori in plastica appariva migliorato rispetto al 2008 ma sempre inferiore se paragonato ad altri Paesi europei, era stato evidenziato che le bottiglie di PET possono essere riutilizzate in diversi modi.

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