Etichettare gli imballaggi in plastica: obblighi e consigli

Da anni si discute nel mondo intero di sviluppo sostenibile, di inquinamento progressivo, di riscaldamento globale, tutte le conseguenze a tratti devastanti che il progresso, insieme ai molti benefici, ha generato. Negli ultimi anni le agende dei Paesi industrializzati sono impegnate in politiche e programmi per uno sviluppo sostenibile. Le plastiche sono tra i materiali e gli imballaggi che più di altri finiscono sotto la lente di ingrandimento. Ma più in generale tutti gli imballaggi sono coinvolti nel processo di recupero per evitare che l’ambiente subisca danni e deterioramenti. Una delle prospettive più largamente percorse è quella del riciclo dei materiali, riducendo in tal modo spreco e inquinamento ambientale. Ma per poter riciclare è necessario anzitutto selezionare e separare correttamente i materiali.

In tema di plastiche la conoscenza dei materiali utilizzati è oggi fondamentale. Si parte dal principio basilare che le plastiche prima di essere conferite al riciclo, vanno sempre suddivise per famiglie di polimeri. Da qui l’esigenza di etichettare gli imballaggi, inserendo informazioni preziose per dare vita al riciclo.

L’accortezza di Ellepack rispetto alle disposizioni europee attuali

Il recente decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 116 dispone che tutti gli imballaggi siano “opportunamente etichettati secondo le modalità stabilite dalle norme tecniche UNI applicabili e in conformità alle determinazioni adottate dalla Commissione dell’Unione europea, per facilitare la raccolta, il riutilizzo, il recupero ed il riciclaggio degli imballaggi, nonché per dare una corretta informazione ai consumatori sulle destinazioni finali degli imballaggi (fonte CONAI, Etichettatura ambientale degli imballaggi).
L’agenda dell’Unione europea ha stabilito che il riciclo degli imballaggi in plastica debba raggiungere la quota del 50% entro il 2025 e del 55% entro il 2030.

Ellepack è da molti anni impegnata nel perseguimento di un ciclo produttivo virtuoso e rispettoso dell’ambiente che possa integralmente accreditarsi come Circular Economy.
In questa prospettiva Ellepack ha sempre posto molta attenzione all’etichettatura dei propri articoli: vassoi, valigette e blister riportano solitamente la sigla del polimero utilizzato e il simbolo internazionale del riciclaggio che riporta una numerazione da 1 a 7 per le varie categorie di plastiche.

Quali sono gli obblighi e i consigli di etichettatura ambientale per il B2B?

Fino a prima dell’entrata in vigore del decreto, la normativa non rendeva obbligatoria l’etichettatura ambientale. L’obbligo di etichettatura ambientale degli imballaggi è entrato formalmente in vigore il 26 settembre 2020, tuttavia non sono stati contestualmente previsti periodi transitori o di proroga per consentire l’adeguamento alle nuove prescrizioni da parte dei soggetti obbligati.

Nel caso del settore B2B gli imballaggi possono non presentare le informazioni relative alla destinazione finale degli imballaggi, ma devono obbligatoriamente riportare la codifica dei materiali di composizione.
L’informazione necessaria e obbligatoria è quella che deve riportare sull’imballaggio

  • La codifica del tipo di plastica, indicando la sigla del polimero
  • Il relativo simbolo del riciclaggio.

Sono invece informazioni consigliate

  • Le indicazioni relative alla tipologia di imballaggio (es. scatola di cartone, bottiglia di vetro a rendere), quelle per la raccolta differenziata
  • I suggerimenti per una raccolta differenziata di qualità.

Nell’ambito della sostenibilità ambientale, in Ellepack abbiamo maturato negli anni un’esperienza unica. Il nostro impegno continua, così come si mantiene vivo l’augurio che la nostra condotta possa essere d’esempio e d’ispirazione per tante altre aziende.