Il blister: packaging in prima linea come soluzione espositiva

Avete mai sentito parlare di blister durante un GP di Formula 1? Certamente gli appassionati di questo sport hanno ben presente di cosa si tratta. Sempre più spesso durante le telecronache delle gare ricorre il termine blister o blistering, termini sui quali si soffermano le analisi tecniche dei giornalisti sportivi e che non sorprendono gli ascoltatori appassionati di automobilismo sportivo avvezzi a questa terminologia.
Blister in inglese significa letteralmente “bolla”: nella Formula 1 il fenomeno del “blistering” si innesca quando lo pneumatico si surriscalda generando bolle d’aria che provocano un principio di distacco della gomma in vari punti della sua superficie: una sorta di “vescica” dello pneumatico provocata dall’attrito radente con l’asfalto.

In un altro e diverso contesto, nel processo di termoformatura, lo stesso termine definisce uno specifico prodotto, non un fenomeno. Il blister nella termoformatura è una tipologia di packaging che assolve il compito di mettere in mostra, esporre un oggetto, fungendo in qualche modo da vetrina del prodotto. Mutuando l’espressione dal mondo della Formula 1 potremmo dire che il prodotto confezionato in un blister si trova in pole-position, vale a dire in prima fila, pronto per essere visionato ed acquistato dal consumatore. Per questo motivo il blister termoformato rappresenta oggi uno dei packaging più utilizzati al mondo.

Prodotto utilizzando film di PET o PVC trasparente, il blister viene solitamente incollato a un cartoncino che riporta informazioni promozionali relative al prodotto. In altri casi, il blister viene saldato a un film dello stesso materiale mediante tecnologia a ultrasuoni e il cartoncino promozionale inserito all’interno.
Il termine blister ricorre inoltre nel settore farmaceutico e indica la confezione comunemente utilizzata per contenere pastiglie o capsule: anche in questo caso il packaging ricalca l’idea della bolla.

In Ellepack produciamo tre tipologie di blister:

    • Termosaldati: prevedono la termosaldatura di un cartoncino alla confezione termoformata. La forma di questa confezione trasparente e semirigida viene adattata alle necessità del cliente, ovvero al prodotto che dovrà contenere. Questa tipologia di blister consente di stampare direttamente sul cartoncino le informazioni relative al prodotto, con una grafica adeguata alla sua presentazione.
    • Ad alta frequenza: in questo caso il cartoncino viene inserito all’interno della confezione dalla chiusura uniforme, praticamente ermetica e quasi impossibile da aprire con le mani; è infatti la soluzione migliore per evitare furti e manipolazioni dei prodotti.
    • Sfilabili: consentono di inserire il cartoncino nella parte posteriore della confezione, facendolo scorrere su delle alette; si tratta di una soluzione utile per la vendita diretta, che richiede spesso l’apertura della confezione per mostrare il prodotto al cliente.

Il blister è adatto a contenere un prodotto di piccole dimensioni che deve essere esposto per la vendita, ma funziona molto bene anche come contenitore protettivo del prodotto, trattandosi di una bolla di plastica sufficientemente resistente ai piccoli urti che può subire l’articolo durante il trasporto.

Un blister può dunque avere significati molto diversi tra loro: può trattarsi di un processo di deterioramento di uno pneumatico nella Formula 1 oppure un valido strumento di packaging promozionale nella termoformatura.

Nel processo di termoformatura il blister viene disegnato secondo le esigenze specifiche del cliente. In Ellepack da oltre 40 anni assistiamo le aziende nella scelta della migliore soluzione di packaging, la nostra pluriennale competenza è comprovata da uno studio interno costituito da personale appositamente formato. Per questo nella progettazione di un blister siamo in grado di fornire una risposta idonea e funzionale alla necessità di promuovere e vendere i prodotti da espositore.